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Valeria Favorito e Federico. Una storia d’Amore e di Vita

“Ancora più bello di come lo avevo immaginato”

Una storia d’Amore e di Vita. Protagonista Valeria Favorito.
Nata a Erice, 30 anni, da bambina si trasferisce a Verona con la sua famiglia. All’età di 11 anni le viene diagnosticata la leucemia mieloide acuta, ma grazie all’aiuto della famiglia, dei donatori di sangue, dei dottori, del suo “fratellone” Fabrizio Frizzi e grazie alla fede, riesce a superare il periodo più difficile della sua vita.
Seguono anni di controlli e tutto procede per il meglio. Si diploma e qualche anno dopo viene assunta in banca. Dopo tredici anni dal trapianto purtroppo la leucemia ritorna.

«Ero con mio padre e ricordo che quando mi comunicarono il risultato delle analisi in quel secondo tutto si è bloccato, compreso il suo cuore ed è svenuto per il dolore. Mi sono armata di coraggio e l’ho abbracciato forte, dicendogli: “Non ti preoccupare, ce la faremo anche questa volta”. Vi lascio immaginare, il cuore di una madre cosa può provare in quei momenti. Era distrutta dal dispiacere. Tutti noi ci chiedevamo: “Perché? Perché ancora questo dolore? Non abbiamo già sofferto abbastanza? Dentro di me si celava una grande paura, anche se cercavo di non far capire il mio stato d’animo».

Era il 20 Maggio 2013 e Valeria doveva portare la sua testimonianza di vita presso la biblioteca comunale di Caprino Veronese “per diffondere la speranza e la voglia di vivere a tutti”, lo fece ugualmente nonostante il parere contrario dei medici e nonostante la sua angoscia.

Con Federico cerco di coinvolgere i giovani ad iscriversi nel mondo del volontariato perché non c’è cosa più bella di donare il proprio tempo per gli altri. E poi di sensibilizzare le persone sull’importanza della donazione come atto di generosità gratuita, non vincolata solo al bisogno di un familiare o di un amico.
Come ha fatto Fabrizio con me!


«Il 21 maggio mi hanno ricoverata ed è iniziata una nuova guerra. Dopo mesi di esami e controlli il 26 novembre del 2013, sono rinata per la terza volta. È successo quando ho ricevuto un altro midollo».

Per Valeria c’è tempo per l’amore e non solo quello per la vita ma anche quello per Federico Piazza, conosciuto nel 2011, oggi 32 anni, cuoco in una grande azienda di Milano, educato alla cultura del volontariato sin da bambino, donatore e volontario.

COME VI SIETE CONOSCIUTI?
Durante un forum; inizialmente gli sembrava che io fossi timida e riservata. Quando toccò a me raccontare brevemente la mia vita, le mie parole lo colpirono a tal punto che, alla fine, oltre a comprendere il mio immenso dolore e come non mi fossi arresa ed avessi lottato con tutte le mie forze, pensò che doveva proteggermi e starmi vicino. Fu un fulmine a ciel sereno, da quel momento cercò di starmi vicino e siamo rimasti fidanzati fino al 2013, cioè quando mi sono ammalata la seconda volta ed ho avuto bisogno di un altro trapianto da un altro donatore. Federico, mi è stato sempre vicino e mi ha supportato nei momenti più duri. Tuttavia non volevo che lui fosse condizionato dalla mia malattia e dovesse addirittura rinunciare al desiderio di paternità per causa mia. Per questo, ci siamo allontanati per alcuni anni. Ma poi nel 2015 mi sono accorta che mi mancava veramente: ho provato a ricontattarlo, per vedere se nel frattempo si era rifatto una vita affettiva. Ma lui era lì che mi aspettava e ci siamo rimessi insieme!

QUANDO AVETE DECISO DI SPOSARVI?
Nel 2016, per coronare i nostri sogni. Il desiderio di sposarci a Trapani, era il mio e Federico ha fatto in modo di esaudirlo senza nessuna esitazione. Organizzare il matrimonio non è stato difficile, con l’aiuto prezioso di mio papà, siamo riusciti ad organizzarlo nel migliore dei modi.  Ci siamo sposati sabato 1 Settembre nella Chiesa “Santa Maria del Soccorso o Badia Nuova”. Abbiamo festeggiato al “Kaleidos ristouliveto”, una location spettacolare, per non parlare della bravura di Peppe Giuffrè. Eravamo una settantina di persone. Pochi ma buoni.

QUAL È STATO IL MOMENTO PIÙ EMOZIONANTE?
Ce ne sono stati diversi ma fra tutti lo scambio delle promesse in Chiesa. Grazie al mio grande papà, il giorno del mio matrimonio è stato un giorno indimenticabile, ancora più bello di come lo avevo immaginato.

UN ABITO DA SPOSA PARTICOLARE, COME MAI QUESTA SCELTA?Per portare scarpe comode. Mio padre mi disse: “Visto che vuoi scarpe comode, perché non opti per i pantaloni anziché il vestito tradizionale”? L’idea mi piacque fin da subito, decisi di comprare l’abito a Trapani  da “Scuderi Spose”.

FABRIZIO FRIZZI DOVEVA ESSERE TESTIMONE. COME VI SIETE CONOSCIUTI?
Una serie di coincidenze mi condussero a lui. Innanzitutto, poche settimane dopo il trapianto, nella trasmissione “Per tutta la vita”, Romina Power aveva reso noto che Fabrizio quel giorno (era il 20 maggio 2000) aveva donato il suo midollo. E io lo ricevetti esattamente il giorno successivo e proveniva da un uomo di 41 anni di Roma.
Quando anni dopo, nel 2006, ho saputo che Fabrizio era a Verona per la “Partita del cuore”, ho fatto di tutto per incontrarlo e poterlo ringraziare di persona. L’emozione è stata indescrivibile quando mi sono presentata come la bambina che sei anni prima aveva ricevuto il suo midollo. È stato il giorno più bello della mia vita!

SIETE SEMPRE RIMASTI IN CONTATTO. QUANDO VI SIETE VISTI L’ULTIMA VOLTA?
I primi di marzo, quando l’ho invitato al mio matrimonio. L’ho visto molto stanco e provato. Solo chi è stato malato, sa capire la malattia degli altri. Anche se Fabrizio faceva di tutto per nasconderla, tanto che ben poche persone conoscevano davvero il suo stato di salute. All’invito come testimone alle mie nozze, ha temporeggiato.
“Non ti prometto niente, ma cercherò di fare il possibile per esserci”. Forse aveva già un presentimento della sua fine. Ma mai si sarebbe negato: la parola “no” non apparteneva al suo vocabolario. È sempre stato generoso e altruista e ha saputo infondere amore e attenzioni a tutte le persone che incontrava. Non potrò mai dimenticare questa splendida persona che mi ha salvato la vita!

LA SEDIA VUOTA…..
Il suo posto per me era insostituibile. La sedia vuota con un cuore di fiori che era sia in Chiesa sia in sala, ha rappresentato per me la sua presenza. Lui fisicamente non era lì, ma sono certa che spiritualmente mi guardava. Fabrizio c’era, c’è e ci sarà sempre.

COSA LE MANCA DI PIÙ DI FABRIZIO?
Del mio “fratellone” mi manca la sua presenza fisica.
In particolar modo i suoi messaggi e poi la sua risata e il suo abbraccio che valevano più di mille parole.

COME VIVE VALERIA LA SUA QUOTIDIANITÀ?
Valeria cerca di vivere al massimo la sua vita anche se fisicamente non può. Oltre al lavoro e alla famiglia con Federico cerco di coinvolgere i giovani ad iscriversi nel mondo del volontariato perché non c’è cosa più bella di donare il proprio tempo per gli altri. E poi di sensibilizzare le persone sull’importanza della donazione come atto di generosità gratuita, non vincolata solo al bisogno di un familiare o di un amico. Ci sono tantissime persone che hanno bisogno di ricevere sangue o midollo, alle quali si può ridare la vita. Come ha fatto Fabrizio con me!

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