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ANDRA’ TUTTO BENE!

9 Marzo 2020. Una data che resterà nella storia del nostro paese.
Una data che ha sancito l’inizio del “lockdown”, quando il Governo italiano con a capo il Presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha imposto agli italiani la quarantena che ha limitato i movimenti della popolazione, tranne che per le necessità come lavoro e salute.

ANDRÁ TUTTO BENE ITALIA

E così l’Italia s’è fermata. Strade deserte, scuole, uffici e negozi chiusi. Chiuse anche le chiese e vietati matrimoni e funerali. Aperti solo supermercati e farmacie. Fermi il cinema, il teatro, lo sport e, a parte l’informazione, anche i programmi TV.

ANDRÁ TUTTO BENE ITALIA

ANDRÁ TUTTO BENE ITALIA

Abbiamo respirato un clima surreale: un misto di paura, angoscia, incapacità nell’affrontare un nemico invisibile e incredulità verso qualcosa che mai avremmo immaginato di dover vivere.

L’Italia divenne, in meno di una settimana dall’inizio del lockdown, il terzo paese al mondo per numero di contagi.

ANDRÁ TUTTO BENE ITALIA

Noi con lo smartphone sempre in mano, noi connessi con il mondo intero, noi fermi ed attoniti ad aspettare il bollettino della protezione civile. Già! Il “bollettino” proprio come in guerra, perché è di guerra che si può parlare, contro un nemico subdolo che ha cambiato radicalmente le nostre vite.

Chiusi in casa con la speranza di ascoltare buone notizie: meno morti, meno ricoveri in terapia intensiva e magari vedere la famosa “curva” raggiungere il picco, per poi finalmente andare giù, sempre più giù. Il ritorno alla “normalità” intimamente legato alla statistica.

Le 18 non saranno solo le ore del bollettino.

Capaci di mostrare il meglio nelle difficoltà, gli italiani si sono inventati una dimensione di socialità e solidarietà straordinaria, che poi verrà replicata in tutto il mondo: ritrovarsi insieme ma distanti, sui balconi a cantare, ballare e suonare.
Un momento di condivisione per ringraziare medici e infermieri che nel frattempo lavoravano incessantemente.

L’Inno di Mameli e il Cielo è sempre più blu di Rino Gaetano sono entrati prepotentemente nelle nostre case, come un urlo di speranza.

E intanto intorno a noi tutto è cambiato e ci ha consegnato la nuova quotidianità che ancora viviamo: mascherine, guanti, distanti gli uni dagli altri. E non importa se si è sorelle, fratelli, amici, marito e moglie, genitori e figli o colleghi di lavoro; l’importante è il “distanziamento” per proteggere se stessi e gli altri.

Smart working, didattica a distanza, nuovi termini che abbiamo imparato a conoscere ma soprattutto nuove modalità di vita.

Le immagini di medici e infermieri stremati e dei camion militari che trasportano le bare dei morti di Covid resteranno con la loro potenza nella memoria e nella storia del nostro Paese.

Come l’immagine di Papa Francesco che il 27 Marzo 2020, in una Piazza San Pietro deserta e bagnata dalla pioggia che sembrava quasi un pianto, tenne una orazione “storica”: “Non ci siamo fermati davanti a guerre e ingiustizie. Non abbiamo ascoltato il grido dei poveri e del pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato”.

Pensavamo di esserci gettati alle spalle tutto questo quando il 29 Maggio 2020 il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte mise la parola fine al lockdown italiano con tre semplici parole “Nessuna situazione critica”.

ANDRÁ TUTTO BENE ITALIA

“Andrà tutto bene” ci eravamo detti.
Invece ci siamo ritrovati da Settembre a Dicembre scorsi in una situazione simile, ancora più drammatica, ma con l’Italia divisa per indici di rischio, zone gialle, arancioni e rosse e di nuovo curva epidemica in salita e ancora morti.

E con una consapevolezza in più il “dopo”, il dopo del lockdown,  affidato alla buona volontà di tutti noi, alle terapie cliniche, alla ricerca scientifica, ai vaccini, non può essere un ritorno alla normalità solo per viaggiare o per andare a prendere uno spritz con gli amici, ma l’intento di costruire un mondo migliore per chi verrà dopo di noi.

La lotta al Covid19 non è ancora finita ma abbiamo maturato la convinzione che nel “dopo” ci sarà una esplosione di vitalità che dovremo avere la forza di incanalare, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista emotivo.

ANDRÁ TUTTO BENE ITALIA

La resilienza la leggiamo in tutti quei ragazzi, uomini e donne, che hanno dovuto rinviare le loro nozze nella scorsa primavera e di nuovo in autunno.
Il loro progetto di vita è stato solo rallentato ma non sarà fermato, neppure dal virus.
Insieme a loro volgiamo lo sguardo al futuro prossimo, al 2021, e a quello remoto degli anni a venire per poter ancora dire…
ANDRA’ TUTTO BENE.

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