25 Novembre: giornata contro la violenza sulle donne

Il 25 novembre è la «Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne». Questa è la denominazione esatta, traduzione formale, della ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. La violenza di genere, quindi la violenza degli uomini sulle donne è un problema mondiale che attraversa tutte le Nazioni e tutte le culture del mondo. Dai paesi avanzati a quelli in via di sviluppo, dai paesi industrializzati a quelli poveri di materie prime e risorse economiche, dalle dittature alle democrazie, dai paesi autocratici a quelli liberali. Ogni anno ci ritroviamo a celebrare questa giornata con una ritualità quasi meccanica e con un senso di ineluttabilità scoraggiati dalla pesantezza dei numeri che rendono plasticamente quanto ancora siamo lontani dall’aver eradicato la violenza contro le donne.

Dati e statistiche

Secondo ActionAid In tutto il mondo, si stima che circa il 35 per cento delle donne abbia subito violenza, sessuale e non, almeno una volta nella vita. Nel 38 per cento dei casi di omicidi di donne, il colpevole è il partner.

Le bambine già sposate con un uomo (solitamente molto più grande) ammontano a 22 milioni circa. Centinaia di milioni di altre bambine sono a rischio matrimonio forzato e precoce.

Ogni anno nella sola Africa ci sono tre milioni di donne e di bambine a rischio di mutilazioni genitali.

Nel trenta per cento dei casi a livello globale, le donne subiscono violenza dal proprio partner all’interno delle mura domestiche.

I numeri in Italia

L’Africa subsahariana e il Sud-est asiatico sono le zone del mondo maggiormente colpite dal problema della violenza sulla donne.
Ma questo non può farci dormire sonni tranquilli, per due ragioni.

La prima: parafrasando Donne: “Nessun uomo, nessuna donna, è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo, ogni donna è una parte del tutto. La morte di qualsiasi uomo o di qualsiasi donna mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te”.

La seconda: in Italia il fenomeno della violenza sulla donne è ancora molto diffuso. Per rimanere solo al reato più grave, il femminicidio.

Secondo la Direzione centrale della polizia criminale nel 2020 le donne assassinate sono state 101, nel 2021 sono state 109 e 82 nei primi nove mesi del 2022. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (90 donne uccise dal 1 gennaio al 30 settembre 2021) è il -9%. Ancora tante, troppe fossero solo due o una.

I femminicidi non sono omicidi qualsiasi: sono donne uccise in quanto donne, vittime di una violenza che si nutre di ignoranza, pregiudizi e omertà.

Quasi tutte sono vittime in ambito familiare-affettivo per mano del partner o dell’ex. L’assassino è quasi sempre qualcuno che avrebbe dovuto amarle.

Nello stesso periodo sono state 4.416 le violenze sessuali (+9% rispetto al 2021).
Non esistono statistiche precise su altre due forme di violenza: quella economica, esercitata da chi tiene all’oscuro la propria compagna di quanto guadagna, dei risparmi e dei bilanci familiari, o ne controlla le spese in maniera ossessiva; quella psicologica, fatta di giudizi, allusioni, denigrazioni, espressioni indirizzate a sminuire la personalità della moglie o compagna.

La violenza contro le donne è forse la violazione dei diritti umani più vergognosa. Essa non conosce confini né geografia, cultura o ricchezza. Fin tanto che continuerà, non potremo pretendere di aver compiuto dei reali progressi verso l’uguaglianza, lo sviluppo e la pace.

(Kofi Annan)

Chiamare la donna il sesso debole è una calunnia; è un’ingiustizia dell’uomo nei confronti della donna. Se per forza s’intende la forza bruta, allora sì, la donna è meno brutale dell’uomo. Se per forza s’intende la forza morale, allora la donna è infinitamente superiore all’uomo. Non ha maggiore intuizione, maggiore abnegazione, maggior forza di sopportazione, maggior coraggio? Senza di lei l’uomo non potrebbe essere. Se la non violenza è la legge della nostra esistenza, il futuro è con la donna. Chi può fare appello al cuore più efficacemente della donna?

(Mahatma Gandhi)