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Intervista a Giorgia Fantin Borghi

Il fascino dell'etichetta

È una delle wedding planner più richieste in Italia. La prestigiosa rivista di moda Elle l’ha inserita nella top-five delle organizzatrici di matrimoni. Giorgia Fantin Borghi è, però, molto di più di una wedding-planner. Le sue capacità organizzative la collocano anche nella ristretta cerchia dei “cerimonialisti”, professionisti cui sono affidati i rigidi protocolli delle cerimonie pubbliche dello Stato, delle Regioni, degli Enti Pubblici, delle rappresentanze diplomatiche, delle grandi aziende multinazionali.

Classe 1972, Giorgia Fantin Borghi è autrice di «Matrimonio da sogno. 100 consigli da wedding planner per sposarsi con un tocco di bon ton», e dell’ironico «Donne con un diavolo per capello. Sopravvivere alle crisi di nervi di ogni giorno mantenendo messa in piega». Maestra di bon ton quasi per vocazione naturale che nasce da una tradizione familiare. La nonna fu maestra di buone maniere alla fine degli anni ’50.

Intervista Giorgia Fantin Borghi - nozze in città - trapani

Come è riuscita a trasformare una inclinazione in una professione?

Con grande forza di volontà, impegno, dedizione ed entusiasmo. Facendo le cose che più amo, sempre al meglio delle mie possibilità. Credo sia questo il segreto per trasformare una passione in un vero e proprio lavoro. Ho compiuto gli studi in filosofia e iniziato la mia esperienza professionale nel marketing a Milano. Nel 2000 ero Marketing & Events Coordinator per Merril Lynch (una delle più importanti banche d’affari del mondo, ndr), di cui seguivo l’organizzazione e la gestione di tutti gli eventi per l’Italia. Nello stesso tempo affiancavo l’ex ambasciatore americano, allora Presidente della Società, acquisendo in questo modo competenze nel protocollo nazionale e internazionale. Nel 2004 ho creato la mia agenzia, mentre il mio percorso formativo si arricchiva con corsi di galateo, bon ton e business etiquette e attraverso l’esplorazione di culture straniere, in particolar modo quelle francese, anglosassone e americana.

Come organizzare bene un matrimonio? Quali regole di base seguire?

Ritengo basilari almeno cinque regole per l’organizzazione di un matrimonio: definire un budget e cercare di non sforarlo di oltre un 10%; assicurarsi di avere del buon cibo e un ottimo servizio; prestare particolare cura all’illuminazione; scegliere bene il tipo d’intrattenimento più adatto ai propri ospiti; timing, è importante creare una sorta di piccolo progetto curato in ogni dettaglio. Una timeline ben fatta e con una logica definita aumenterà esponenzialmente le possibilità di regalarci un evento straordinario.

Cosa, invece, non si dovrebbe mai fare?

Gli sposi non dovranno sottovalutare il numero di posti a sedere, in caso di aperitivo pre o post cerimonia che superi i 45 minuti. Il numero di sedute non dovrà mai essere inferiore al 60% degli invitati. Sarà bene, inoltre, non prevedere piatti che richiedano l’uso del coltello: gli aperitivi sono pensati per essere consumati in modo facile. Altra cosa da ricordare è che il galateo richiede un menù con più di due portate. A tavola, il numero minimo di piatti è sempre tre. Gli ospiti, dal canto loro, non dovranno arrivare in ritardo, ma anticiparsi di circa 20 minuti rispetto all’inizio della cerimonia. Le Signore dovranno evitare un abbigliamento troppo sensuale. I Signori, ma gli invitati in genere, in caso siano previsti degli speech, dovranno assicurarsi che il loro discorso non superi i 5 minuti.

Intervista Giorgia Fantin Borghi - nozze in città - trapani

Negli eventi istituzionali, nei quali è anche specializzata, sono sempre seguite le regole del protocollo?

Beh, sì, non si può fare altrimenti. Come insegna Massimo Sgrelli, «il cerimoniale è il complesso insieme di linguaggio, condotta e simboli attraverso i quali le istituzioni affrontano le relazioni intersoggettive. Il protocollo costituisce la parte delle regole grammaticali di quel linguaggio fatto di condotte, significati e segni». Pertanto, la prima regola degli eventi istituzionali è il rispetto del protocollo.

Del suo lavoro cosa la diverte di più?

Più che il design in sé, mi diverte molto la ricerca storica, finalizzata a rendere tutto coeso col luogo, come in un puzzle in cui ogni pezzo si incastra alla perfezione.

Prossimi impegni, libri, TV, grandi eventi?

Di sicuro un nuovo libro, sui matrimoni a tavola. E poi chissà!?! Le idee non mancano e la voglia di accettare nuove, stimolanti, sfide nemmeno.

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