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Il Macramè e i suoi intrecci preziosi

Il macramè, o tecnica di intrecciare fili verticali a mano, è comune ad ogni civiltà.

C’è chi ha attribuito quest’arte ai marinai liguri, che nel ‘400, in otium, intrecciavano tessuti per barattarli con cibo o alloggio, ignorando che questi hanno solo diffuso l’annodatura là dove sbarcavano. Un’arte così delicata urgeva di luce, mani raffinate che a bordo mancavano.

L’origine è sconosciuta, ma macramè vuol dire “fazzoletto” da Mahramatum, e “frangetta” da Migramah. Gli arabi però non ne furono i pionieri, e già i Sumeri usavano questa tecnica per abbellire orditi. Se ne hanno testimonianze nei rilievi mesopotamici, con sacerdoti vestiti di frange, nei calendari Maya, fatti di nodi e cordicelle, nelle zucche-contenitore delle tribù africane sospese da annodature, nei nastri dei Celti.

Il macramè in Italia e in Europa

In Italia il macramè arrivò a Genova nel XV secolo. Prima nei monasteri, poi nelle case, le donne liguri raffinarono gli intrecci marinareschi per cucire i corredi: nel loro dialetto macramè vuol dire “asciugamano”.

Nel ‘600 quest’arte, in America Meridionale e in Europa, servì per decorare gli abiti; in Inghilterra, in epoca vittoriana, l’intreccio si raffinò e i ricami divennero preziosi. I punti Jasmine, Ascaria, Nexma, Rebuce, sono alcuni dei tanti che solo mani abili, non ferri e fuselli, potevano realizzare. L’estro e la fantasia delle creatrici, la loro pazienza sono i punti di forza del macramè, che sta scomparendo e perdura artigianalmente.

storia del macramè
Ph: Arazzo in macramè di Laura Bossi in arte Shambaloo

In Italia la scuola di Lorsica usa telai a mano per trasformare nuvole di trina in viluppi di ineguagliabile bellezza.

Il macramè declinato nella moda sposa

Oggi sono infinite le declinazioni del macramè, sperimentato in primis nell’alta moda, che rielabora disegni tradizionali e ricami sofisticati anche per i gioielli e oggetti d’arredo. Quello di Chiavari è la più alta espressione artistica di questa tecnica.

macramè jesus peiro Jesus Peiro

 abito CANDICE ROSA CLARA macramè
Rosa Clarà

Da anni questo pizzo è scelto per realizzare gli abiti da sposa.

Tra i più eccellenti quelli di Berta Bridal, Signore Excellence, Gritti Spose, M. Lhuillier, che abbinano i merletti a decori di perle e pietre lucenti. Il risultato è davvero chic. I ricami egiziani, bizantini, rinascimentali, tra diffrazioni e arabeschi, danno vita a mise da sogno.
Molte le principesse che hanno scelto un abito in macramè, come Kate Middleton.

abito da sposa berta in macramè
Berta Bridal

Per la consistenza e preziosità, il macramè si presta per rifinire corpetti e abiti strutturati. In un abito stretto ai fianchi, “a sirena” e sinuoso, che esalta le forme e la femminilità, il bustino, le maniche e la coda vengono spesso rivestiti di questo merletto, lasciando una profonda scollatura retrostante che alleggerisce il tutto.

Accessori che esaltano il macramè

La sposa che predilige un abito in macramè può sbizzarrirsi con gli accessori, pur sobri ed eleganti.
Il velo è consigliabile sia in chiffon, essenziale, o in tulle di seta tagliato a vivo. Né l’uno né l’altro devono riportare ulteriori pizzi, in modo da esaltare quello dell’abito.

velo sposa macramè

Tra i capelli si può optare per un fiore dello stesso ricamo o una spilla in corallo.
Questa pietra si abbina perfettamente al “pizzo a nodi”, quasi a suggellarne l’eleganza senza tempo.
Persino gli orecchini in corallo, in “stile antico”, possono coronare l’insieme creando una sposa raffinata, insolita e fortunatissima.
Nelle più antiche tradizioni siciliane, indossare i coralli alle nozze era infatti propiziatorio e di buon augurio.

Qualunque sia la preferenza dell’abito, è bene che coloro che scelgono il macramè si accertino che questo sia creato da maison artigianali, che da secoli pongono tanto zelo nella lavorazione di una trina così sofisticata e preziosamente di gusto.

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2 Commenti
  1. Laura Bossi dice

    Sarebbe carino da parte vostra nominare l’artista che ha prodotto l’arazzo nella prima foto! Si tratta di un mio lavoro sul quale non avete diritto, mi chiamo Laura Bossi, in arte Shambaloo. Se voleste rimediare alla e redimervi dall’appropriazione indebita di un lavoro sul quale non avete nessun diritto. Dopotutto Avete nominato gli stilisti, perchè non dare crediti anche all’artista dal quale avete preso l’opera??

    1. Carla Mineo dice

      Gentile S.ra Bossi, ci scusi per l’inconveniente. Abbiamo inserito i suoi crediti sulla foto. Grazie e complimenti per i suoi lavori

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