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Il Senato affossa il Ddl Zan

La politica decide di non decidere

I senatori hanno deciso di non metterci la faccia. Soprattutto hanno deciso di non decidere.

Con voto segreto, ammesso dalla presidente Casellati, l’aula ha approvato la richiesta di non passare all’esame articolo per articolo del Ddl Zan, già approvato alla Camera, che si propone di combattere omofobia e omotransfobia.

Secondo i meccanismi di discussione che porta alla formazione delle leggi ciò vuol dire che il testo approvato da un ramo del Parlamento viene rimandato alle competenti commissioni del Senato.

In pratica il Ddl Zan non tornerà in aula all’esame del plenum del Senato prima di sei mesi.

Questo perverso meccanismo viene detto nel gergo parlamentare “tagliola”. Di fatto di una vera e propria trappola si tratta.

La proposta di rinvio alle commissione è stata presentata dalla Lega e votata con 154 voti a favore. Al netto di giudizi politici, che riserviamo alla stampa specializzata, le forze in campo si sono schierate:
il centrosinistra è a favore del Ddl, e per questo ne chiedeva il voto sul testo già esitato dalla Camera;
il centrodestra è contro il testo sul quale ha sollevato dubbi.

Uno di natura tecnico giuridica, sulla indeterminatezza della definizione di “identità di genere” dalla quale – affermano i contrari al Ddl Zan – si alimenterebbe il rischio di configurare un reato di opinione. L’altro nodo è quello delle attività educative di rispetto della “identità di genere” da introdurre nelle scuole statali e paritarie. Circostanza che il centrodestra vede come una sorta di cavallo di troia per introdurre nelle scuole la “teoria gender” (teoria per altro controversa e senza basi scientifiche, ndr).

Il centrodestra ha chiesto la modifica degli articoli 1, 4 e 7, e di rimuovere dal testo il concetto di identità di genere, la perseguibilità delle opinioni e i vincoli per le scuole. Risultato: dopo il voto è iniziato lo scaricabarile. Il centrodestra dà la colpa all’ostinazione del centrosinistra sul testo così com’è. Il centrosinistra accusa invece il centrodestra di essere contro i diritti delle persone omosessuali.

DDL ZAN

L’Italia, dunque, dopo il voto in Senato, è ancora tra i pochi Paesi europei che non ha una legge di civiltà e di contrasto a ogni forma di discriminazione e violenza per l’orientamento sessuale, che punisca i reati di matrice omofoba e tuteli le persone LBGTQI*.

minchia di re LIBROChiudiamo questo breve articolo con un brano tratto dal libro “Minchia di re” dello scrittore e giornalista trapanese, Giacomo Pilati. Un libro che narra la storia d’amore tra due donne nella Favignana dell’800:«Dio mio, io non so cosa sei. Ma oggi devi stare vicino a me, ho bisogno di te. Io non lo voglio a Ventura. Io voglio a Sara. Lo so che in chiesa lo dice pure il prete che i maschi devono volere le femmine e nel timore tuo devono fare figli. Ma dice pure che dobbiamo amarci tutti. Dio mio, lei è l’unica persona che io amo. Non lo so come è successo, ma lei mi fa venire in testa baci, abbracci, carezze. Non è il diavolo. E’ la natura e così mi hai fatta tu. Io con rispetto parlando sono una Minchia di Re. Un pesce, che come ti è venuto in testa di farlo, solo tu lo sai. E io precisa come a lui sono. Fammi trovare il coraggio di dirgli che non posso farmi zita. E se poi mio padre mi vuole ammazzare, giurami che almeno tu lassù mi terrai un poco fra le tue braccia e mi spettinerai i capelli, e mi bacerai, e mi perdonerai. Perché se sei il padre di tutti, allora sei pure il mio».

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